Giovedì 7 giugno grazie ad una delibera approvata dalla Giunta del Comune di Venezia è stata intitolata ufficialmente a Maria e Pietro Berna la rotatoria tra via Bissuola e via Casona a Mestre.
I fratelli Berna lasciarono tutti i loro beni per la costituzione di un’opera per l’assistenza e la formazione civile, religiosa e professionale di fanciulli orfani, poveri o in situazione di disagio. Non molti sanno che ha preso il loro nome anche l’Istituto diretto dai Padri della Congregazione “Piccola Opera della Divina Provvidenza” (Orionini) che oggi è una scuola elementare, media, centro di formazione professionale, pensionato per studenti universitari/lavoratori della Città metropolitana di Venezia con circa 750 alunni e molte attività di carattere educativo culturale ricreativo sportivo.
Alla cerimonia di inaugurazione sono intervenuti gli assessori alla Toponomastica, Paola Mar, e alla Mobilità, Renato Boraso del Comune di Venezia, il presidente della Municipalità Mestre Carpenedo, Vincenzo Conte, e la presidente della Commissione Toponomastica Monica Di Lella oltre al preside dell'Istituto Berna, Pierangelo Salin.
Pietro Berna era il titolare della farmacia situata davanti al duomo di san Lorenzo di piazza Ferretto (poi conosciuta come “Farmacia Zannini”): molto attivo in ambito politico, fu eletto ripetutamente sindaco di Mestre. Nel 1906, in accordo con la sorella Maria, acquistò e poi donò alla città, il terreno su cui venne costruito l'ospedale “Umberto I”, attivo già pochi mesi dopo. All'interno di esso, a sue spese, Maria Berna fece erigere anche una cappellina per il conforto spirituale dei malati. Berna espresse poi alla sorella, nel suo testamento, il desiderio, da essa subito realizzato, di destinare i beni di famiglia alla fondazione di un istituto che accogliesse fanciulli orfani, o figli di famiglie disagiate.
Oggi l’Istituto Berna di via Bissuola, è una scuola ancora in piena attività, frequentata da numerosi ragazzi del territorio. All’inizio dell’attività i ragazzi accolti nell’Istituto furono avviati alle scuole pubbliche ed all’apprendimento di un mestiere presso officine artigianali situati nelle vicinanze dell’Istituto, ma quasi subito si preferì attrezzare quali laboratori alcuni ambienti della barchessa adiacente alla villa Berna e si diede origine a corsi di formazione professionale.