Sono iniziati in questi giorni da parte della Città metropolitana i lavori di adeguamento sismico della storica sede del Liceo Classico “Raimondo Franchetti” di Corso del Popolo a Mestre.
L’intervento comporterà una serie di lavori straordinari che verranno suddivisi in due momenti: il primo quest’estate e si concluderà entro la fine di agosto e riguarderà il lato sud del fabbricato e metà di quello Nord; il secondo che avverrà il prossimo anno, sempre nei mesi estivi, quando all’interno non saranno presenti gli studenti per le lezioni in aula. Una decisione, quella di suddividere l’intervento in due parti, presa di comune accordo con la direzione scolastica per non interrompere le lezioni e limitare la capienza del Liceo.
La Città metropolitana che è proprietaria e gestore delle scuole superiori della provincia di Venezia, ha avuto accesso ad un finanziamento della Banca Europea degli Investimenti (BEI) di 2 milioni e 150mila euro e utilizzerà quindi questi fondi per effettuare una serie di lavori all’interno dell’edificio che, essendo soggetto a vincolo storico-architettonico, dovranno rispettare l’aspetto esterno dell’immobile e quanto più possibile a limitare le modifiche interne.
“L’adeguamento sismico e l’imponente restauro strutturale che avrà come oggetto lo storico Liceo Franchetti di Mestre – spiega il Sindaco Brugnaro – è un lavoro molto atteso e che andrà a riqualificare una struttura scolastica della città. L’intervento sarà radicale e riguarderà ampie parti del Liceo. Un restyling che riconsegnerà alla città un edificio simbolico per Mestre e per ciò che rappresenta per molti studenti e professori del presente e del passato che hanno frequentato le aule del Franchetti. Ma i lavori serviranno soprattutto a chi questa scuola la frequenterà anche nei prossimi anni. Perché sia all’altezza non solo del nome che porta ma anche agli standard delle nuove esigenze, non solo didattiche ma anche strutturali che vanno dalla sicurezza dei luoghi e delle aule in questo caso ai servizi come la digitalizzazione e all’utilizzo senza problemi e limiti della linea internet veloce. L'intervento al Franchetti va inserito in un contesto più ampio di interventi di sistemazione delle strutture scolastiche di ogni ordine e grado. Un impegno preciso per gli spazi frequentati dai nostri figli e nipoti.
Il liceo Franchetti, inoltre, - aggiunge il Sindaco - è uno degli istituti della Città metropolitana (gli altri sono il Gritti, il Bruno e il Righi di Chioggia) inserito nel progetto Moves (MObilità sostenibile nel territorio VEneziano e nelle Scuole), finanziato nell’ambito del Programma sperimentale nazionale di mobilità sostenibile casa-scuola e casa-lavoro promosso dal Ministero dell’Ambiente ed è dotato di ciclo stazioni per biciclette e biciclette a pedalata assistita. Tra portabici da 4 posti per ricarica elettrica, portabici da 6 posti per bici normali, 2 stazioni di ricarica a 4 posti ciascuna e 4 stazioni di riparazione il Franchetti dispone di circa 60 posti”.
L’obiettivo dell’intervento avviato in questi giorni nell’edificio è quello di abbattere i rischi sismici e di caduta dall’alto della struttura scolastica con dei lavori esterni ed interni di ripristino architettonico: si interverrà con il restauro delle facciate passando per la messa in sicurezza ed eliminazione delle barriere architettoniche e il consolidamento degli arredi interni. Si procederà, quindi, al rifacimento dei serramenti fatiscenti, non recuperabili, delle aule e della guardiola di portineria, interessata da un fenomeno di cedimento della pavimentazione piuttosto rilevante e, inoltre, si procederà con degli interventi sulle parti murarie interessate dall’adeguamento strutturale come nel caso dei blocchi dei servizi igienici. Per quanto riguarda i controsoffitti in lamelle metalliche, questi saranno integralmente sostituiti con cartongesso, in modo da ricomporre l’originale aspetto della scuola.
SERVIZI IGIENICI
La più importante tra le opere da eseguire a seguito degli interventi di adeguamento sismico previsti sulle strutture murarie interne è quella del rifacimento dei blocchi servizi igienici con un miglioramento per l’accessibilità e la funzionalità di tali servizi. Saranno previsti piccoli interventi di razionalizzazione e mascheramento delle canaline esterne esistenti, specie delle tubazioni dell’impianto di spegnimenti incendi.
GUARDIOLA DI INGRESSO
L’intervento sarà effettuato il prossimo anno e si dovrà intervenire per ricostituire l’originaria qualità dello spazio d’ingresso, compromessa dalla realizzazione di un ampio serramento in alluminio verniciato che ha la funzione di creare un luogo protetto per il personale ausiliario di servizio.
Il progetto prevede il rifacimento del serramento e il suo riposizionamento in modo da “liberare” i pilastri dell’atrio. La nuova struttura è prevista in legno impiallacciato noce con partitura e colore simili a quelli della bussola e del portone originale esistenti.
Il progetto si completa inoltre con il restauro della pavimentazione in terrazzo “Verde Alpi” e con il riordino degli impianti e dell’arredo dello spazio interno.
AULA MAGNA
Il progetto, anche in questo caso in programma il prossimo anno, comprende il restauro dei serramenti esistenti, la riapertura di un foro porta originario ora tamponato e la conseguente realizzazione di un nuovo serramento costruito in analogia agli originali, la razionalizzazione delle canaline degli impianti esterni, il restauro degli intonaci parietali.
In una fase successiva potrà essere prevista la costruzione di un controsoffitto a cassettoni, la predisposizione di una nuova pedana in legno di abete e di una nuova boiserie in legno compensato impiallacciato noce, la ricomposizione della parete di fondo relativa all’ingresso e ad un’uscita di sicurezza tramite la costruzione di una struttura reversibile in legno compensato impiallacciato noce che avrà il compito di inglobare l’attuale compartimentazione antincendio e di costituire degli spazi di servizio e di mitigazione dell’uscita esterna.
La sala sarà, poi, dotata di videoproiettore e di schermo avvolgibile in modo da eliminare l’attuale situazione che impedisce il godimento dello sfondo principale affrescato. Si potrebbe prevedere anche una ricomposizione dell’arredo mediante l’acquisto di nuove sedute in legno con caratteristiche materiali e di colore coerenti alla tipologia della sala.
Cenni storici del Liceo Raimondo Franchetti di Mestre
Il primo progetto del Liceo Raimondo Franchetti porta la firma autografa dell’architetto Mirko Artico e la data del 7 ottobre 1936. La scuola era allora una succursale del Liceo Marco Foscarini di Venezia e aveva una sede distaccata in terraferma con poche classi e pochi studenti.
L’esigenza di dare a Mestre una sua scuola superiore, il suo primo liceo, spinse gli industriali di allora e ad alcune famiglie nobili a chiedere al Podestà di Venezia Mario Alverà, attraverso una sorta raccolta firme di un vero e proprio comitato cittadino, la possibilità di progettare e costruire una scuola superiore in terraferma per dare una alternativa alla trasferta poco agevole a Venezia per gli studenti che finivano il ciclo delle scuole elementare i medie. La tramvia arrivava al tempo solo fino a san Giuliano e il collegamento con il treno non era così agevole.
Venne scelto Corso del Popolo come sito ideale, perché zona al centro di uno sviluppo urbanistico e l’incarico del progetto ricadde nelle mani dell’Ufficio tecnico Comunale nel quale era allora a capo l’ing. Eugenio Miozzi, l’uomo dei ponti, il migliore in circolazione. Miozzi si era attorniato da valenti collaboratori e affidò all’architetto Mirko Artico il compito di studiare il primo progetto, si direbbe oggi di fattibilità, della nuova sede del Franchetti assieme al responsabile delle opere pubbliche in terraferma, l’ing. Antonio Rosso. Artico aveva già progettato e realizzato la scuola elementare “Toti” e sapeva, dunque, bene come procedere.
In una lettera del figlio di Mirko Artico, l’architetto Ruggero Artico, un documento autografo, conferma come fu suo padre a seguire la progettazione della prima versione dell’edificio che sarebbe dovuto essere a due piani: uno destinato ad ospitare gli studenti del ginnasio inferiore e il secondo quello superiore. Una variante, poi non realizzata, era caratterizzata da un impianto lineare e razionalista: sopra una scalinata di accesso, un corpo centrale con vetrate, ai lati cinque moduli scanditi da lesene, ciascuno con tre grandi finestre al pian terreno e un largo finestrone al primo piano. Il progetto di Artico venne però poi rivisto per esigenze imposte dalla riorganizzazione dell’istruzione voluta dal ministro Bottai che prevedeva un ulteriore ampliamento. Così l’ingegner Rosso mise mano al progetto originario prevedendo anche un secondo piano. Il progetto definitivo venne approvato il 5 maggio del 1939. E poco dopo iniziarono i lavori.
Dall’ottobre del ’39 in via Caneve iniziò a funzionare la prima sede staccata del Foscarini con il corso del triennio del Liceo con 22 iscritti. Il 17 ottobre del 1940, con l’inizio dell’ anno scolastico, la nuova sede di Corso del Popolo iniziò ad ospitare i primi studenti sempre come sede staccata del Foscarini. E’ dal 1941 che il Liceo ha la sua autonomia e si decide di intitolarlo a Raimondo Franchetti, fiorentino di nascita, barone di nobile famiglia considerato “veneziano” perché a Venezia e nella vicina villa San Trovaso in provincia di Treviso visse a lungo stringendo legami famigliari. Esploratore nato viaggiò soprattutto in Africa Orientale per scoprire e studiare le colonie italiane. La scelta di intitolare a lui il liceo fu meramente politica e non motivata o legata alla sua appartenenza o frequentazione di Mestre. Erano però gli anni della guerra in Etiopia e Franchetti morì tragicamente nello schianto di un aereo mentre era in volo su Il Cairo nell’agosto del 1935.