Un protocollo operativo per scongiurare danni, spesso irreversibili, ai beni culturali causati da disastri naturali, come è purtroppo accaduto, a Venezia e nel territorio metropolitano, in modo drammatico, nel recente passato.
A firmarlo, oggi a Palazzo Balbi, il sindaco di Venezia e della Città metropolitana, Luigi Brugnaro, assieme al prefetto di Venezia, Carlo Boffi, all'assessore regionale alla Pianificazione territoriale, Cristiano Corazzari, e ai rappresentanti di altri 11 soggetti (Segretariato regionale del Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo per il Veneto; Soprintendenze Archeologia, Belle arti e Paesaggio di Venezia e Laguna e delle Province di Belluno, Padova, Treviso; Curia patriarcale di Venezia; Direzione interregionale dei Vigili del Fuoco Veneto e Trentino; Soprintendenza Archivistica e bibliografica del Veneto e del Trentino; Procuratoria di San Marco; Polo museale del Veneto; Gallerie dell'Accademia di Venezia; Archivio di Stato di Venezia; Biblioteca nazionale Marciana).
“È un evento importante – ha sottolineato Brugnaro – nato da una bella idea che, lavorando in silenzio, come è nostra abitudine, e coinvolgendo tanti soggetti, siamo ora riusciti a concretizzare. Non è un semplice accordo sulla carta, ma un vero e proprio protocollo operativo, che individua cosa deve essere fatto, e chi lo deve fare, in caso di emergenze naturali. Credo sia un esempio da trasferire anche in altre città italiane.”
Il progetto si prefigge la preventiva individuazione degli edifici che conservano beni culturali, la collocazione delle opere più a rischio, e le modalità d'intervento nel caso di un evento catastrofico, prevedendo anche lo spostamento dei beni in pericolo, in luoghi e depositi in cui non possano subire danneggiamenti, sia traumatici che climatici, e che ovviamente garantiscano criteri di sicurezza contro eventuali tentativi di furto o altro. In sintesi, come ha ricordato il prefetto Boffi: “con questo accordo si stabilisce 'dove' intervenire, 'cosa' tutelare, e 'come' agire operativamente in caso di emergenza”.
Il Protocollo prevede per ogni soggetto firmatario precisi impegni da ottemperare. In particolare, il Comune di Venezia dovrà, tra l'altro, realizzare studi per individuare le aree a pericolosità idraulica; concorrere alla mappatura degli edifici che conservano beni culturali in aree a rischio; potenziare e formare a livello operativo per questo tipo di emergenze la propria Protezione civile; mettere a disposizione spazi idonei per il ricovero temporaneo dei beni in pericolo.